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Corso di Laurea in Architettura Cybermediale

Il corso improntato sulle specifiche del MIUR — URST (università e ricerca scientifica e tecnologica) si riferisce alle normative dettate in merito alle classi delle lauree delle “scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile” (CLASSE 4) e alle classi delle lauree specialistiche delle “scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile” (CLASSE 4/S). La classe 4 per la realizzazione dei primi 3 anni del corso di laurea e la classe 4/s per la realizzazione dei secondi due anni di specializzazione della laurea in Architettura Cybermediale.

Il corso di laurea proprio per la sua caratteristica in realtà riesce a coinvolgere un’ampio ventaglio di attività formative e ambiti disciplinari nei diversi settori scientifico-disciplinari.
Il corso di laurea in Architettura Cybermediale è un corso all’avanguardia. Che forma una nuova figura di architetto preparata sia dal punto di vista professionale propria dell’architetto sia da quella più specifica delle tecnologie digitali in proiezione di costruzione di mondi virtuali e integrazione-interazione uomo-macchina, deve cioè fornire tutti gli elementi per poter creare delle interazioni fra la realtà classica e realtà virtuale che negli ultimi anni, ma lo sarà ancora di più nei prossimi, ha avuto uno sviluppo di tipo esponenziale.

Forma quindi una figura che allo stato attuale è incarnata da autodidatti che comunque non hanno una visione globale, delle affascinati problematiche, ma parziale. Dovuta al fatto che non esisteva almeno fino ad ora un corso che potesse dare tutte quelle competenze necessarie per poter muoversi in questo senso.
Il peso comunque delle materie riferito ai cinque anni fa capire come si è di fronte comunque ad una figura di architetto ma con competenze votate alle nuove tecnologie e allo scambio informazioni fra realtà classica e virtuale.
Per i secondi due anni che sono i più specialistici sono previste delle materie, di cui esistono già le declaratorie, di nuova concezione che fondono le vecchie conoscenze proprie dell'architettura con le nuove tecnologie informatiche in qualcosa diverso.
Credo che il corso di laurea in “Architettura Cybermediale”, che dà delle competenze estremamente specialistiche, non ha eguali in Europa e sicuramente in Italia e potrebbe essere un trampolino di lancio per un nuovo modo di pensare le lauree del futuro, cioè strettamente legate alla nuove tecnologie. E sicuramente porterebbe proprio per la sua novità un indotto in campo universitario.

 
© 2003 Maurizio Marrara - Tutti i diritti riservati